Tenente d'Artiglieria Alessandro Conti

Cimeli militari del Tenente d'Artiglieria Alessandro Conti

I cimeli militari di questo valoroso Ufficiale mi sono stati donati dal figlio, Dott. Gianmaurizio Conti, che li ha custoditi fino a pochi anni fa assieme ad altri cimeli di famiglia. Nella foto è possibile ammirare l'uniforme con il grado di Tenente d'Artiglieria, il suo primo elmetto (Adrian modello 1915 di fornitura francese in colore blu), le sue decorazioni, alcuni documenti, fotografie e un quadretto contenente le sue medaglie ed il piastrino di riconoscimento, nonché le medaglie e il piastrino di un militare austro-ungarico la cui presenza sarà oggetto di successiva spiegazione.

Alessandro Conti nacque a Bologna il 21 novembre 1896. Nel 1914, allo scoppio del primo conflitto mondiale, aveva solo 18 anni. Il 27 novembre 1915 venne chiamato alle armi e assegnato al 25° Reggimento Artiglieria, 1^ Cp. Automobilisti dove combatté per tutto il 1916 con il grado di sottotenente di complemento dopo di che, tra il 1916 e il 1917 venne assegnato al 16° Reggimento Artiglieria da Campagna.

Ed è proprio in quel periodo, prima dei fatti di Caporetto, che il giovane sottotenente fu protagonista di alcuni episodi a dir poco singolari.

Per gli italiani, come per gli Austro-Ungarici, la guerra significò immani fatiche e sofferenze indicibili, ma vi furono anche alcune leggende nate da fatti reali o racconti dal sapore mitico, quasi leggendario. Ed un sapore leggendario ebbero i tanti casi di "fraternizzazione" che si ebbero tra i contendenti, soprattutto nei lunghi mesi invernali, con episodi di scambi di pane e sigarette tra le trincee della Carnia durante l'inverno del 1916 nonché altri episodi risalenti all'inverno tra il 1915 e il 1916 che risulterebbero avvenuti sempre nella stessa zona tra Pal Piccolo e Pal Grande; così come sono noti alcuni fatti avvenuti nel settore dell'Adamello. Nelle relazioni ufficiali non se ne fece mai menzione, ma leggendo tra le righe si capisce che tali episodi non furono infrequenti, tanto che nei mesi successivi del 1916 e ancora nel 1917, furono emesse disposizioni ben più rigorose, da parte del Comando Supremo, con abbondante utilizzo di diktat e di pesanti sanzioni.

Ma tornando agli episodi di cui il giovane Alessandro fu protagonista, vorrei usare le stesse parole del figlio Gianmaurizio che quelle storie le aveva sentite più volte raccontare dal padre.

"Mio padre - sottotenente del 16° Reggimento Artiglieria (4^ batteria), inquadrato all'inizio del conflitto nella 6^ Divisione della 1^ Armata - quando su mia insistenza mi parlava della sua esperienza da giovane ufficiale ricordava in modo particolare alcuni episodi da lui vissuti in prima linea. Uno di questi riguardava la visita del re Vittorio Emanuele III al suo reparto durante la quale Egli chiese espressamente di essere accompagnato nella visita delle linee più avanzate dall'ufficiale più giovane. Quest'ufficiale era mio padre Alessandro Conti classe 1896. Il Sovrano gli chiese di accompagnarlo il più possibile vicino ai punti maggiormente pericolosi della linea del fronte, richiesta che mio padre dovette assecondare nonostante fosse estremamente pericoloso e questi episodi si ripeterono più volte durante le ripetute visite del sovrano tanté che gli valsero la nota denominazione di “Re Soldato”. Alla fine delle ricognizioni, ritornati nelle retrovie, il Re ringraziò mio padre e dopo averlo salutato militarmente gli strinse la mano."

Libretto personale delle Ferrovie del Regio Esercito - 4° Autoparco
Il Libretto personale e una foto risalenti al perdio 1915-1918

Il secondo episodio, invece, spiega la presenza delle medaglie e piastrino del militare austro-ungarico di cui si parlava all'inizio ed è la conseguenza di un viaggio fatto a Vienna dal figlio di Alessandro Conti, il Dott. Gianmaurizio.

"Eravamo con alcuni amici di Piacenza, quando al ritorno ci fermammo a Linz ed avemmo l'occasione di incontrare alcune loro conoscenti dai quali fummo invitati a cena. A tavola mi sistemarono vicino una signora che parlava correttamente l'italiano. Questo facilitò molto la conversazione e mi permise di esprimere la mia simpatia per il popolo austriaco. Durante la serata parlammo anche della prima guerra mondiale e dei lutti che aveva provocato nei nostri Paesi. A questo punto io volli ricordare un episodio singolare che mio padre aveva vissuto in prima persona. Nei primi mesi del 1916 con alcuni soldati era stato mandato, durante un periodo di calma sul fronte delle Giudicarie (dove il suo reparto si trovava sin dall'inizio del conflitto), in ricognizione nella terra di nessuno verso le linee nemiche. In quel settore del Trentino occidentale lungo la valle del Chiese, ai limiti della provincia di Brescia, fatto di montagne non altissime ma scoscese, le linee non erano a stretto contatto come sul Carso e le azioni di pattuglie in ricognizione lontano dalle linee non erano insolite. Quel giorno pioveva e i militari si rifugiarono in un casolare semidistrutto per ripararsi. Contemporaneamente da un altro lato entrarono un ufficiale e alcuni soldati austriaci. Dopo un momento di sorpresa e di grande tensione, mio padre che stava per accendersi una sigaretta, seguendo un impulso, porse il pacchetto all'ufficiale austriaco che l'accettò. Mentre raccontavo quest'episodio la signora mia vicina di tavola mostrava segni di grande stupore ma non mi interruppe e io proseguii nella mia narrazione precisando che questo incontro si ripeté ancora dopo alcuni giorni e grazie al fatto che entrambi parlavano francese poterono stabilire una specie di tregua d'armi con scambio di sigarette e di pane. Dopo questo secondo incontro non ce ne furono altri perché l'ufficiale austriaco spiegò a mio padre che il suo reparto sarebbe andato nelle retrovie. Alla fine del racconto, la mia vicina di tavola, visibilmente stupefatta mi disse che lo stesso episodio le era stato narrato da suo padre, ufficiale di origine ungherese dell'esercito imperiale. La cosa ci commosse molto e nacque tra di noi un rapporto di amicizia tanto che sapendo che possedevo ancora i cimeli militari di mio padre, la signora mi inviò la piastrina di riconoscimento, alcune medaglie e componenti della divisa del padre."

Nell'immagine seguente è possibile ammirare le medaglie dei due soldati, testimonianza certa e non leggendaria che in una guerra crudele ci fu spazio anche al rispetto tra contendenti.

Le medaglie sono custodite all'interno del quadretto così come ci furono donate dal Dott. Gianmaurizio Conti, figlio di Alessandro.

Il quadretto contenente le medaglie di Alessandro Conti e del militare austro-ungarico sopra citato

Alessandro Conti prestò poi il servizio per tutto il conflitto ricevendo, alla fine, la promozione al grado di Tenente.

Per i servizi prestati sotto le armi durante la prima guerra mondiale, l'ufficiale ricevette le seguenti decorazioni:

  • Medaglia commemorativa della guerra 1915-1918 con barrette corrispondenti agli anni di campagna 1916, 1917 e 1918;
  • Medaglia ricordo dell'Unità d'Italia; 
  • Medaglia interalleata della Vittoria;
  • Croce al merito di guerra.
Medaglia commemorativa guerra italo-austriaca e medaglia commemorativa dell'unità d'Italia
La medaglia interalleata della vittoria
La Croce al Merito di Guerra

Diplomato Geometra, si iscrisse al PNF nel gennaio del 1926.

Promosso al grado di Capitano nel 1936, l'anno successivo si iscrisse alla M.V.S.N. con nomina di Centurione.

Appartenente al Comando della V^ Corte Autonoma M.D.I.C.A.T. di Piacenza svolse anche la funzione di Segretario amministrativo della Sezione Combattenti di Piacenza.

Nel 1936 conseguì la laurea in scienze agrarie all'università degli studi di Bologna.

Consultore del Comune di Piacenza e tecnico presso gli ospizi civili di Piacenza, partecipò successivamente, dal 18/11/1942 all'8/9/1943 alle operazioni di guerra svoltesi nello scacchiere del Mediterraneo per la difesa contraerea metropolitana con la 403^ Batteria Contraerea della 6^ Legione M.A.C.A.

Durante il periodo della R.S.I., per le sue competenze venne nominato Amministratore degli Ospizi Civili di Piacenza.

Terminata la guerra, fu congedato con il grado di Maggiore.

Alla sua morte, per scelta del figlio Gianmaurizio, Alessandro venne sepolto nel Cimitero Comunale di Piacenza con la sua ultima uniforme militare, uniforme che lo stesso Alessandro aveva portato con onore e rispetto, prima nella Grande Guerra, poi nel secondo conflitto mondiale.

Ulteriori cimeli del militare Alessandro Conti sono pubblicati nelle altre sezioni "Ventennio" e "Seconda Guerra Mondiale".

Stato di servizio del militare Alessandro Conti - pag. 1
Stato di servizio del militare Alessandro Conti - pag. 2
Stato di servizio del militare Alessandro Conti - pag. 3
Stato di servizio del militare Alessandro Conti - pag. 4
Stato di servizio del militare Alessandro Conti - pag. 5